venerdì 20 gennaio 2012

LETTERA APERTA DI FSI ALLA DIREZIONE GENERALE A AI LAVORATORI DI ARPA PIEMONTE





LETTERA APERTA DI FSI ALLA DIREZIONE GENERALE
E AI LAVORATORI  DI ARPA PIEMONTE


Il 20 dicembre scorso la Direzione Generale ha invitato le organizzazioni sindacali a formulare osservazioni sul cosiddetto “piano di riposizionamento” illustrato nella seduta del 15 dicembre.

Nel piano viene delineata una riorganizzazione che di fatto rimette in discussione tutto l’impianto adottato con il regolamento di organizzazione entrato in vigore il 1° settembre 2010, riproponendo uno schema organizzativo che si avvicina al regolamento precedente, adottato nel 2004 .

Si prefigurano chiusure e accorpamenti di strutture laboratoristiche e conseguente esposizione del personale ad ipotesi di riconversione ad altri compiti o peggio a trasferimenti di sede.

Tutto questo si traduce sostanzialmente in una contrazione delle attività e in un’ulteriore caduta di efficienza generale dell’Ente.
Arpa motiva queste scelte facendo riferimento alle novità in materia di razionalizzazione della spesa introdotte dal cosiddetto decreto Brunetta.

Altro aspetto del piano che ha colpito in modo particolare l’attenzione di FSI ed alla quale l’Amministrazione dà molta evidenza è la necessità di aumentare il contingente della componente dirigenziale che, stando al Decreto D.G. 136 del 29/12/2011 (Revisione della dotazione organica) registrerebbe, a règime, una carenza di copertura di ben 51 unità.

Questa esigenza verrebbe motivata con una comparazione con altre Arpa regionali (ne vengono prese ad esempio 4) dove il rapporto dirigenti/comparto sarebbe meno squilibrato che in ARPA Piemonte.

FSI afferma che le Arpa citate stanno operando, sulla scorta della gravissima contingenza economica nazionale in atto, una revisione complessiva in termini negativi dei propri organici, in ogni caso riteniamo che Arpa Piemonte dovrebbe ispirasi a modelli virtuosi e non il contrario.

È bene ricordare che l’attuale rapporto dirigenti/comparto in Arpa è pari ad 1 dirigente ogni 13 dipendenti mentre, in base a dati riportati da organi di stampa nazionali, in enti regione come il Piemonte il rapporto è di 1 a 16, in Lombardia e Veneto 1 a 17, in Liguria 1 a 18 e in Emilia Romagna 1 a 22; puntiamo forse ad inseguire l’esempio del Lazio dove il rapporto è 1 a 7,7?


Salta immediatamente all’occhio come le due esigenze entrino in evidentissima contraddizione l’una contro l’altra: come si fa a dire razionalizziamo la spesa operando una netta contrazione dei servizi e poi contestualmente affermare che per recuperare efficienza bisogna aumentare il numero dei dirigenti che mediamente costano ognuno come 3 - 4 dipendenti ?

Per inciso, non dimentichiamo che nel 2005 con manovre discutibilissime sono stati “rottamati” e quindi pre-pensionati ben 18 dirigenti che hanno goduto di ricchissime “incentivazioni all’esodo”.

Come si fa a non capire che esiste un deficit di autorevolezza da parte di questo Ente che da quando esiste non fa altro che riformarsi con un continuo e snervante rimescolamento di carte da parte dei direttori succedutisi nel tempo?

Ammettiamo che questa Direzione è particolarmente “sfortunata”, visto che ha dovuto adeguarsi alle politiche, o alla “vision”, se vogliamo utilizzare un termine molto in voga di questi tempi, di ben due amministrazioni regionali di diverso colore che si sono avvicendate durante la presente reggenza, resta il fatto che in tempi caratterizzati da una gravissima contingenza economica nazionale è francamente inaccettabile il teorema secondo il quale che per recuperare efficienza ci vogliono altri dirigenti, basterebbe utilizzare meglio le risorse dirigenziali esistenti.


FSI lo dice chiaro e lo ribadisce senza mezzi termini con un NO grosso come una casa a qualsiasi ipotesi di questo tipo.


   
I lavoratori che quotidianamente svolgono con spirito di sacrificio e dedizione i loro compiti, a qualsiasi livello ed in qualsiasi mansione, SONO STUFI di questi trastulli concepiti dalla Direzione sempre e solo sulla loro pelle.  


SONO STUFI
i lavoratori che dopo l’ultima riorganizzazione hanno creduto di poter investire sulla propria professionalità pensando di poter contare su un modello organizzativo finalmente stabile e su obbiettivi certi, mentre ora si vorrebbe rimettere tutto in discussione.     

SONO STUFI
i lavoratori che dopo anni di servizio chiedevano un corretto inquadramento di profilo professionale senza penalizzazioni e a costo zero per l’Amministrazione e si sono visti la porta sbattuta in faccia.

SONO STUFI
i lavoratori che attendono di vedere salvaguardate le pari opportunità, principio sempre molto sbandierato a parole da questa Direzione ma che nella realtà è fin troppo spesso violato e non solo nel campo delle discriminazioni di genere.

SONO STUFI
 i lavoratori che attendevano un riconoscimento di professionalità con l’utilizzo di strumenti giuridici legittimi, sempre a costo zero per l’Amministrazione, ma si sono visti anche loro la porta sbattuta in faccia.

La componente aziendale di FSI, in un momento così grave, caratterizzato da mille incertezze nella vita sociale di questo Paese, sente la responsabilità morale di non avvallare in nessun modo le ipotesi illogiche e sconsiderate proposte in questo “piano di riposizionamento” dalla Direzione generale di Arpa Piemonte, soprattutto in ordine agli aspetti evidenziati in questa lettera aperta; FSI perseguirà con ogni mezzo ed in ogni sede, anche giudiziaria, l’obiettivo di contrastare tale disegno.

FSI si riserva di operare ulteriori valutazioni nelle fasi successive del Piano.

Torino, 20 gennaio 2012


Il Coordinamento aziendale FSI

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